di Alessandra D'Alessio (Psicologo clinico)
A soffrire di anoressia sono sopratutto giovani donne dai 10 ai 25 anni, ma si registrano casi anche tra bambine di 8 anni. È una patologia prevalentemente "adolescenziale", le cui cause generalmente vengono attribuite ai modelli sociali che elogiano la donna dalle forme “androgine” e per questo viene erroneamente considerato un disturbo indotto dai mass media.
La realtà clinica dell’anoressia è ben altra, essa si manifesta in forme diverse a seconda della struttura mentale del paziente che ne soffre e della modalità con cui questa privazione del cibo viene esercitata. Di conseguenza anche la terapia seguirà percorsi differenti.
L’anoressia è un disturbo tipicamente femminile e si manifesta per lo più nell’adolescenza quando le ragazze si trovano ad affrontare il passaggio da un corpo infantile ad un corpo “adulto”, trovandosi di fronte al problema della femminilità e della sessualità. L’alternativa è il rifiuto di entrambe.
Il sintomo anoressico si insedia proprio in questa fase, determinandone due tipologie: Anoressia Isterica, laddove la ragazza accetterà la propria femminilità e Anoressia Pura laddove metterà in campo una dinamica del rifiuto molto grave.
Nella prima forma la cura è più semplice poiché, come in tutte le nevrosi isteriche, la ragazza avrà come obiettivo quello di verificare quanto è importante per l’altro: provoca l’altro a manifestare il suo desiderio rispetto a se stessa. La seconda forma è una forma più complessa e difficile da trattare, poiché non si reperisce alcuna modalità di provocazione dell’altro ma è più sul versante di una funzione di difesa che di messaggio.
Quest'ultima forma ha delle similitudini con le tossicomanie, in cui tutta la libido viene destinata all’esercizio del sintomo in totale solitudine. Tale forma quando si installa come modalità di soddisfacimento stabile si risolve soltanto con il ricovero. La privazione a cui si sottopongono queste ragazze, paradossalmente, conferisce loro una grande soddisfazione sia fisica che mentale, al punto tale che in molti casi non sono loro a rivolgersi ad uno psicologo ma i genitori.
È per questo che la cura dell'anoressia richiede molta pazienza perché sta proprio all'abilità ed all'esperienza del terapeuta riuscire a rompere il silenzio di queste ragazze per riuscire ad inserirsi nel loro schema sintomatico stabile ed appagante in modo da aprire ad un dialogo laddove ve ne siano le coordinate.
Lo Studio Atena mette a disposizione n. 3 colloqui con chi ne abbia la necessità, sia esso anche un genitore o un parente di una ragazza anoressica, al fine di analizzare la problematica e trovare la soluzione adeguata.