di Alessandra D'Alessio (Psicologo clinico)
Chi è il dipendente affettivo? A quale tipo di bisogno risponde?
"Non posso fare a meno di lui/lei, vivo per lui/lei e pretendo che faccia altrettanto. Se non risponde al telefono vado nel panico ed esigo spiegazioni. E che sia un motivo valido! Il problema è lui che non mi ama, non io!"
Queste alcune delle frasi dei pazienti che arrivano da noi allo Studio Atena.
Ma realmente cosa caratterizza questa dipendenza da un partner al punto tale da rendere la relazione assolutamente patologica? Il problema è davvero il partner poco rassicurante o c’è dell’altro?
In giapponese c’è un termine che designa la dipendenza affettiva ed è la parola Amae, un termine che non esiste nella cultura occidentale e che indica l’attaccamento del bambino alla propria madre, una sorta di avviluppamento simbolico della madre con il proprio bimbo che insieme non rappresentano “due entità” bensì “una”. Anche Jacques Lacan, psicoanalista francese, parla di difficoltà da parte di un uomo e di una donna ad essere in due perché l’amore pretende, attraverso la fusione, di essere uno. Lacan si spinge addirittura oltre, affermando che l'amore è la cura stessa dell'impossibilità di essere "uno".
In psicoanalisi, infatti, la dipendenza affettiva e l’amore in generale si dipanano intorno a tale questione; c’è qualcosa di insopportabile nell’essere due entità in amore e la dipendenza affettiva si situa proprio in quell’insopportabile, poiché la prima forma di amore è quella con la madre ed è un Aime, una situazione cioè in cui si fa “uno”, ma è altresì una situazione irripetibile e finchè il soggetto, seppur a livello inconscio, cercherà di ripercorrere quella prima forma di amore, non potrà che esserne deluso e non potrà far altro che soffrire.
Ciò che caratterizza la dipendenza affettiva è la ricerca di quell’amore primordiale, irripetibile ed unico. La madre dà amore e se stessa come oggetto ed offre al bambino una conferma sulla propria identità nonchè di quanto sia desiderato.
Rispetto a questo si può affermare che la dipendenza affettiva è una estremizzazione dell’Amore, un prolungamento molto sintomatico dell’amore stesso, tuttavia ciò che la determina, come tutte le scelte amorose in generale, è l’inconscio e l’unico modo di interrogarlo è rivolgersi ad un professionista in grado di far lavorare il soggetto sulle proprie questioni e sulle cause individuali che lo muovono nella sua incessante ricerca di riconoscimento da parte dell’Altro e che possa condurlo alla sperimentazione di altre tipolgie di rapporto.